Vermeer “fotografa” una stradina di Delft. Ma chi era Vermeer?

Tra i quadri dipinti dal famoso artista olandese, “Stradina di Delft” congela un istante dell’esistenza quotidiana di un vicolo olandese del XVII secolo

(JcDM: Jan Vermeer è un famosissimo pittore olandese, nato e vissuto in una micro cittadina olandese, Deft, appunto, tra il 1632 e il 1675. E’ il pittore della “Ragazza con l’orecchino di perla”, quadro che si dice “iconico” perché è diventato una icona, un simbolo stesso del pittore che lo ha realizzato. Tra l’altro, della storia della ragazza, sua cameriera, ne è stato fatto un famoso film.

Il film sulla ragazza con l’orecchino di perla, modella di Jan Vermeer.

La sua caratteristica è che era un pittore molto REALISTICO: alcuni suoi quadri sembrano proprio una fotografia, tanto sono semplici, almeno in apparenza, e precisi. In aprile 2018 Storica National Geografphic ha un articolo che spiega il quadro sopra riportato, altrettanto famoso quanto la Ragazza. Altra sua caratteristica, ceh lo ha fatto essere un caposcuola della pittura olandese del tempo, sono i suoi ritratti, tutti molto famosi, realizzate con grandissima accuratezza, molto famosi da subito, e molto riprodotti e visti. Sicuramente anche voi li avete visti, qualche volta. Li trovate tutti sul sito di Google Arte su Vermeer, tutti i dipinti

Jan_Vermeer_van_Delft

(Da Storica National Geographic, Apr 2018, Autore: Mónica Ann Walker Vadillo)

Sappiamo molto poco sulla creazione di Stradina di Delft (16571661). Alcune recenti ricerche, però, hanno identificato il luogo in cui si trovava la casa rappresentata nel primo di due paesaggi urbani realizzati da Jan Vermeer (1632-1675): ai numeri 40 e 42 di Vlamingstraat, nella città olandese di Delft, appunto. Questo ha permesso di stabilire che l’abitazione sulla destra apparteneva alla zia di Vermeer, Ariaentgen Claes van der Minne, proprietaria di una tripperia – a dimostrazione del fatto che, nei Paesi Bassi dell’epoca, le donne potevano avere un’impresa propria. La madre e la sorella dell’artista vivevano dall’altra parte del canale, dove gestivano una locanda in cui lo stesso Vermeer, oltre che come pittore, lavorava in qualità di esperto e di mercante d’arte.
A quell’epoca il mercato artistico olandese era al suo apogeo. La nuova borghesia repubblicana e calvinista voleva un’arte innovativa, che prendesse le distanze dai dipinti a tema religioso associati al cattolicesimo e al regno spagnolo, dal quale il Paese si era reso indipendente nel 1648. I clienti degli artisti ora esigevano immagini da cui trapelasse l’orgoglio che provavano per la propria terra, le proprie città, le proprie attività economiche e pure per sé stessi. I paesaggi, gli interni borghesi, le nature morte, i ritratti e la stessa vita rurale divennero i soggetti preferiti di questa nuova collettività che si trovava in piena età dell’oro.
Una società capace di adattarsi
Nella Stradina Vermeer rappresentò l’amore per la sua città natale. Si tratta di un’opera in cui la vita quotidiana di questa comunità conservatrice diventa la protagonista. La pulizia della strada, l’ordine e la luce riflettono i valori dei suoi abitanti. Perfino le crepe della casa sulla destra sem- brano fare riferimento alla capacità di resistenza di questa società, che alcuni anni prima era stata colpita da una grande catastrofe: il 12 ottobre 1654 era esplosa la polveriera locale, uccidendo un centinaio di persone e ferendone molte altre. L’onda d’urto fece chiudere le porte nei villaggi vicini e fu udita a cento chilometri di distanza, sull’isola di Texel, a nord di Delft. Sebbene i cittadini si fossero uniti per far fronte ai danni, una delle aree colpite fu esclusa dagli interventi di ricostruzione da parte del consiglio municipale e molte case della zona rimasero quindi con le crepe, a perenne ricordo dell’evento. Gli abitanti di altre città accorsero a Delft con curiosità morbosa, come se quella tragedia fosse un’attrazione turistica. E così i dipinti che mostravano i devastanti effetti dell’esplosione trovarono un mercato molto attivo.

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